martedì 2 settembre 2014

E se la storia tornasse indietro?

Battaglia di Isso - Mosaico del 100 a. C.
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Chi afferma che la Storia è noiosa, ricca solo di battaglie, trattati diplomatici e date, si sbaglia di grosso.
Il suo lato migliore, spesso celato dietro grandi nomi o eventi eclatanti, è l’evoluzione della società, con una costellazione di situazioni divertenti e scandalose, straordinarie analogie con il mondo moderno e idee che non sarebbe male fossero ancora in auge.
Qualche esempio: se oggi esistono mille rubriche sul come comportarsi bene a tavola e le signore per bene inorridiscono davanti alla sempre più dilagante volgarità oltre che alla pessima educazione, sarebbe carino ricordare, quando correva l'anno mille circa, Teodora, figlia dell’imperatore d’Oriente Costantino Ducas, e quei due bastoncini d’oro con cui portava il cibo alla bocca, evitando l’allora consueto uso delle mani.
Forchetta di Teodora
Era l’antesignano prototipo della forchetta a due denti, assolutamente sconosciuta in Europa e che dovette attendere altri cinque secoli per entrare nelle abitudini della tavola.
Ancora: scandali a luci rosse con i cosiddetti vip hanno radici lontane. Centinaia di anni fa furono innumerevoli i patrizi coinvolti e le fanciulle non erano escort bensì monache.
«Si videro lagrimevoli scostumatezze nei monasteri di monache conventuali» si legge in molti commenti dell'epoca.
E se i tanti, troppi, politici contemporanei, coinvolti ogni giorno in scandali sempre più vergognosi, leggessero come viveva il Doge della Serenissima Repubblica di Venezia, e decidessero di fare come allora, non sarebbe un bene per l’intera comunità?
Da ricordare, su questo punto, che molte famiglie pregavano ardentemente affinché il proprio congiunto non venisse eletto, proprio perché economicamente sarebbe stata una iattura.
Dopo l’elezione, infatti, il poverino doveva abbandonare ogni tipo di attività commerciale,  per lo più lucrosa,  e mettersi a riposo: quel che aveva guadagnato negli anni precedenti gli sarebbe dovuto bastare per mantenere anche la sua nuova condizione politica.
Non solo.
Giovanni Bellini - 1501
Ritratto del doge Loredan
Londra, National Gallery
Doveva accollarsi le spese della manutenzione di palazzo Ducale, che non è proprio quel che si dice un trilocale, e la proibizione di nominare notai, segretari e neanche il Cancellier Grande: un modo preciso e circostanziato per togliere dalle sue mani ogni possibilità di avviare un clientelismo a suo favore sia tra la classe politica nobile sia tra i maggiori rappresentanti di quella borghese.
Un sogno.
Oltre a spendere una quantità enorme del proprio denaro, i dogi non avevano di contro nessun beneficio.
E non potevano neanche accettare doni se non acqua di rose, foglie, fiori, erbe profumate e balsami per la cura del corpo: segni di stima delicata e leggiadra.
Lo stesso principio valeva anche per la moglie, le figlie e le nuore che abitavano a palazzo. 
E i figli maschi?
Non potevano ricoprire alcuna carica politica né a Venezia né all’estero e non potevano sposare donne forestiere senza il permesso della Signoria.
I regali più sostanziosi diventavano automaticamente proprietà dello Stato.
Bei tempi.

 

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