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martedì 2 dicembre 2014

Breviario Grimani: il must dell'arte libraria


BREVIARIO GRIMANI

BREVIARIO GRIMANI
UNA PAGINA MINIATA
Sembra a volte che anche gli abbiano un’anima: i casi sono rarissimi ma se capita di imbattersi in uno di questi fortunati, allora l’emozione è davvero sublime. Il Breviario Grimani è in questa raffinata élite e lo sa benissimo, conscio com’è che il suo colto proprietario, il cardinal Domenico, aveva scritto nel suo testamento di mostrarlo solo a personaggi di riguardo e in occasioni particolari: se ambasciatori o principi volevano ammirarlo ma erano degli zotici ignoranti, avrebbero ricevuto comunque un grazioso ma inesorabile diniego.
D’altronde lui, dall’alto del suo mezzo millennio di vita, sa di essere perfetto in ogni minimo particolare, sa di avere 835 carte, ovvero 1670 pagine, 120 miniature a tutta pagina, una quantità impressionante di decori e capilettera impreziositi dall’uso sapiente dell’oro, una scrittura chiara ed elegante, una copertina in velluto cremisi con bronzi dorati e la medaglia con il profilo del suo mecenate, con una varietà dei temi e di soggetti inimmaginabile.
E sa di essere, perciò, un capolavoro assoluto.
Un capolavoro famoso nel mondo eppure quasi sconosciuto.

BREVIARIO GRIMANI - MESE DI FEBBRAIO
Un oggetto cult comprato dal cardinal Domenico nel 1520 per l’astronomica somma di 500 ducati d’oro, la stessa necessaria per armare una galea carica di merci e marinai pronta per salpare per l’Oriente.
Il patrizio si portò a casa un manoscritto nato tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, un vero capolavoro, per poi donarlo alla Serenissima Repubblica di Venezia che lo custodì nel Tesoro di san Marco fino a quando nell’Ottocento passò alla Biblioteca Marciana.

BREVIARIO GRIMANI - MESE DI MAGGIO
Considerato a ragione un monumento dell’arte della miniatura fiamminga del Rinascimento, il breviario, di cui non si conosce l’esatta committenza originaria, offre una panoramica dell’iconografia e della capacità analitica dei seguaci di maestri del calibro di Van der Goes, Gerard David, Metsys e Jan Gossaert.
La parte più conosciuta del Breviario è il calendario iniziale: nelle scene a piena pagina collocate di fronte alle pagine del calendario di ciascun mese incorniciate con piccole scene di vita, esplode una sequenza di quadri sulla vita contemporanea di corte, della borghesia e del mondo contadino, come voleva la nuova stratificazione della società.

BREVIARIO GRIMANI
MESE DI AGOSTO
Furono soprattutto quelle scene (la magia della neve a gennaio, la tavola del banchetto del Signore, la scena di caccia, la luce notturna) a destare la meraviglia degli ambasciatori o dei reali in visita che poterono accedere al Tesoro di san Marco.
Sa di essere bello, di quella bellezza che Grimani considerava, da uomo di Chiesa, come l’ombra di Dio sulla terra, sa di essere la rappresentazione sublime della soluzione data dagli artisti delle Fiandre al problema della rappresentazione del visibile.
Il Breviario sa di essere stato una pietra miliare in quella straordinaria liason tra l'arte fiamminga e quella veneta che fece nascere capolavori a quattro mani, frutto di una contaminatio intellettuale senza precedenti.

Lui non è consultabile, e per ovvie ragioni di tutela vive nel suo  rifugio sicuro e solitario.

BREVIARIO GRIMANI - MESE DI MARZO

Ne esistono copie in fac-simile, anche straordinariamente perfette nonché costosissime, altre parziali e insufficienti, altre più decorose ma tutte ugualmente sterili di sensazioni.
Invece la sua anima emana bellezza, arte e cultura, e si percepisce alla prima occhiata di chi ha avuto, come me, la fortuna e il privilegio di guardarlo.

E questa percezione regala felicità.