Visualizzazione post con etichetta OO7 DELL'ARTE. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta OO7 DELL'ARTE. Mostra tutti i post

domenica 7 maggio 2017

Rodolfo Siviero: lo 007 eroe dell'arte

RODOLFO SIVIERO CON UNA SCULTURA RECUPERATA
L’agente dei servizi segreti italiani che nel corso della sua vita ha riportato in Italia le opere d’arte che erano state trafugate non solo dai gerarchi nazisti durante la seconda guerra mondiale, ma anche da trafficanti d’arte che lavoravano al mercato nero, nasce domenica 24 dicembre 1911 a Guardistello, in provincia di Pisa.
Frequenta l’Università di Firenze per diventare critico d’arte, quindi  entra giovanissimo nel servizio segreto fascista, come addetto alle Informazioni Militari.
Ma la sua vita cambiò radicalmente dopo l’8 settembre 1943, quando i nazisti iniziarono a razziare gran parte delle opere d’arte conservate in collezioni private o nei musei italiani per portarle in Germania, dove venivano cedute ad Hitler o ai suoi collaboratori più fedeli.
Diventa così lo 007 dell’arte.
Tutto era cominciato nel 1938, quando Mussolini, incurante dei trattati di pace tra Italia e Germania, regalò a Hitler il Discobolo Lancellotti, una copia romana dell’omonima statua greca di Mirone.  E quando Hermann Göring, uno dei più famosi federmarescialli dei Reich, ordinò nel 1943 di depredare tutto quello che si poteva dalle pinacoteche e musei italiani, il governo cercò in tutti i modi di impedire l’inevitabile, ma senza successo.
RODOLFO SIVIERO CON LA RECUPERATA
LEDA E IL CIGNO DI TINTORETTO
Dopo l’8 settembre del 1943, si schiera al fianco della Resistenza, adoperandosi per impedire le razzie di stampo nazista di opere d'arte, fino ad essere torturato nella famigerata Villa Triste in via Bolognese ma resiste grazie all’interessamento di alcuni ufficiali repubblichini, che in realtà collaboravano con gli alleati, e viene rilasciato. La sua casa diventa la centrale operativa dei partigiani contro l'operazione Kunstschutz, il corpo militare tedesco che requisiva le opere italiane per trasportarle in Germania.  Dopo che il 30 settembre 1943 quando venne incendiato l’archivio storico di Napoli e venne fatta saltare in aria la Torre di Minturno, uno dei musei archeologici più importanti d’Italia, Siviero decise di intervenire e, con l’aiuto di alcuni  antifascisti, riuscì ad salvare gran parte delle opere d’arte che rischiavano di andare all’estero, tra cui  L’Annunciazione del Beato Angelico a Firenze nel 1944.
RODOLFO SIVIERO CON UN DIPINTO
RECUPERATO DI PONTORMO
Nel frattempo la situazione precipitò, tanto che il 4 ottobre del 1943 Göring fece saccheggiare l’Abbazia di Montecassino, mentre nel 1944 arrivarono in Germania 262 opere d’arte degli Uffizi di Firenze. Solo alla fine della guerra, nel 1947, Siviero riuscì a ritrovare tutti questi capolavori nella miniera di sale di Altaussee, in Austria, dove erano stati nascosti per sicurezza. Da quel momento in poi il giovane agente continuò a lottare per ritrovare e salvare le opere d’arte scomparse, anche se dovette vedersela con problemi burocratici e non. Uno dei suoi interventi più noti fu nel 1968 quando, con l’aiuto della polizia guidata da Ugo Macera, riuscì, forse anche con metodi poco ortodossi, a recuperare l’Efebo di Selinunte, che era stato rubato dalla mafia nel 1962 dal municipio di Castelvetrano.
L’ultimo regalo di Siviero all’Italia fu nel 1983, poco prima della sua morte, quando redasse una lista di ben 2.500 opere d’arte italiane ancora da ritrovare.
Rodolfo Siviero ci lascia il 26 ottobre del 1983 e chiese di essere sepolto in una tomba anonima, senza nome. Presso la Cappella della Santissima Annunziata, nel cuore antico di Firenze, accanto alle tombe di grandi artisti come Pontorno, Benedetto Cellini e Jacopo Sansovino, si trova una lapide senza nome e senza iscrizione e in quel loculo riposa Rodolfo Siviero, un eroe quasi dimenticato ma che senza il quale l’Italia sarebbe senz’altro più triste e con molta bellezza in meno.
CASA MUSEO DI RODOLFO SIVIERO 
 FIRENZE
Per ricordare questo grande eroe quasi sconosciuto a molti, consiglio vivamente di andare a visitare la sua casa museo a Firenze, in Lungarno Serristori 1/3 – tel. 055.2345219 - nei gironi di sabato (10,00-18,00), domenica e lunedì  (10,00-13,00) e avrete la simpatica scoperta che l'ingresso è gratuito.
Lo 007 dell'arte non solo fece rientrare nel nostro paese le opere esportate illegalmente dai gerarchi nazisti, ma, da collezionista appassionato e colto qual era, riempì la sua casa fiorentina di Lungarno Serristori di opere d'arte antiche, insieme a quadri e disegni di importanti artisti italiani moderni.
CASA MUSEO DI RODOLFO SIVIERO
FIRENZE, STUDIO BIBLIOTECA
Al momento della sua morte, Siviero lasciò in eredità alla Regione Toscana la casa fiorentina perché gli oggetti in essa contenuti – quadri, sculture, argenti, mobili, tappeti -  diventassero un museo: il visitatore può così ammirare l'ampia raccolta di reperti etruschi, busti romani, statue lignee trecentesche e quattrocentesche, dipinti fondo oro, rinascimentali e barocchi, bronzetti, terracotte, suppellettili liturgiche e splendidi mobili oltre anche a un nucleo di opere di artisti italiani moderni come Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù, Ardengo Soffici e Pietro Annigoni, ai quali era legato da rapporti di amicizia.
Un esempio per tutti: la camera da letto di Rodolfo, con una splendida piccola cassapanca ai piedi del letto e un magnifico armadio dipinto contenente reperti archeologici, poltrone Savonarola e tappeti.
Essere riuscito ad affermarsi nel mondo della cultura grazie al recupero di capolavori inestimabili genera in Siviero una nuova ambizione, quella di passare alla storia non solo come l’agente segreto dell’arte, ma anche come un uomo di cultura e mecenate dell'arte  e arreda la propria casa con oggetti d'arte che poi donerà a Firenze per arricchire il patrimonio culturale. In tutto sono 1400 le opere ospitate da Casa Siviero, 500 quelle esposte al pubblico al piano terra della palazzina. La collezione più importante è rappresentata dal nucleo di opere di Giorgio de Chirico, che si spiega con l'amicizia che legava i due, ma principalmente con il fatto che negli anni Venti de Chirico abitò ed operò nella casa ospite di Giorgio Castelfranco che di de Chirico fu mecenate e promotore culturale e commerciale.
CASA MUSEO DI RODOLFO SIVIERO
FIRENZE, CAMERA DA LETTO 
La casa fu poi acquistata da Siviero e le opere furono in parte donate a Siviero dall'artista e in parte acquistate nel periodo postbellico.
L'opera più significativa è l'Autoritratto in costume da torero, del 1941, che inaugura la serie degli autoritratti in costume dell'artista.
Ma altrettanto significativa è la presenza di mobili, arredi e dipinti antichi, risalenti al periodo tardo Medioevo–inizio Rinascimento, tra cui è da segnalare il frammento di polittico di Bicci di Lorenzo, o della sua cerchia, dell'inizio del Quattrocento.
E dopo essere stati in casa sua, non potrete che sentire verso questo indimenticato e indimenticabile personaggio una gratitudine davvero importante, perché l'arte è vita e la vita senza l'arte è davvero triste, anzi, è di più: è squallida.

http://www.carabinieri.it/cittadino/tutela/patrimonio-culturale/introduzione