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mercoledì 4 febbraio 2015

Mondi e cieli fantastici

JOHANN LUDWIG ANDREAE - 1715
GLOBO CELESTE
COLLEZIONE RUDOLF SCHMIDT
E’ il 1950.
Un giovane viennese vorrebbe un bel mappamondo vicino alla sua scrivania.
Il giovane è un tipo fortunato e il suo desiderio viene esaudito.
Dopo qualche settimana, suona alla porta un vecchietto e, senza neanche dire «buongiorno», chiede al giovanotto se aveva capito bene cosa avesse in casa.
WILLEM JANSZOON BLAEU - 1668
GLOBO CELESTE
COLLEZIONE RUDOLF SCHMIDT
Il vecchietto era il fondatore della Fondazione Coronelli, il globo celeste in questione era un raro esemplare del 1715 di Johann Andreae, mentre il giovanotto era Rudolf Schimdt, un adorabile signore dai capelli candidi e dagli occhi azzurri, scomparso da pochi anni, che da quel giorno ha fatto «quel che fa un collezionista stupido: comprare».
E, tra globi di ogni tipo e di ogni epoca, la sua collezione è arrivata a contare più di 140 globi.

Oggetti rari e molto molto importanti per la nostra cultura, spesso dimenticati e guardati solo per la loro bellezza estetica, ma che evocano mondi sconosciuti, sogni di viaggi impossibili, desideri di fuga dalla vita di tutti i giorni, e che quando nascevano erano oggetti razionali e il più precisi possibile.
La storia dei globi è strettamente legata a quella dell’astronomia e occorre risalire a 2.200 anni fa.

VINCENZO CORONELLI - 1681/1683
GLOBO TERRESTRE
PARIGI, BIBLIOTECA NAZIONALE
Stampati o dipinti col pennello, definiti nei minimi particolari, spiegavano com’era il resto del mondo, quello lontano o lontanissimo, e anche quello di cui ancora si sapeva molto poco, disegnando comunque terre e isole e scrivendo vicino le ipotesi più plausibili.
Sulle sfere terrestri le zone vuote, che rappresentavano distese d’acqua o zone ancora sconosciute, erano coperte da artistici cartigli decorati con navi e mostri marini.
Le informazioni erano vaghe e imprecise, come nel caso della California: nei primi globi era disegnata come una penisola, per tutto il ’600 come un’isola, fino a ritornare penisola dopo il viaggio che fece Eusebio Chino, missionario gesuita di Trento.

Protagonista di questa particolarissima forma d’arte e di scienza fu il frate veneziano Francesco Coronelli, vissuto tra il ’600 e il ’700, geografo, cartografo e uno dei più famosi costruttori di globi.
JEANBAPTISTE FORTIN - 1770
SFERA ARMILLARE COPERNICANA
COLLEZIONE RUDOLF SCHMIDT
Strumenti scientifici e macchine favolose, i suoi globi, generalmente in coppia - celeste e terrestre - ornavano le biblioteche di monasteri, di principi e sovrani.
Nelle sfere celesti  si rappresentano invece le costellazioni come sono viste dalla terra.
Ma non solo.
Globi assai elaborati furono realizzati anche in metalli pregiati, dando luogo  a veri e propri capolavori di arte orafa.
Un incredibile esempio è un globo cavo  di tre metri di diametro in cui si poteva entrare, costruito per il duca dello Schleswig-Holstein-Gottorf, oltre ai due globi, uno terrestre e l’altro celeste, di quasi quattro metri di diametro, che Coronelli costruì per la reggia di Versailles di Luigi XIV, ora alla Biblioteca Nazionale di Francia.
CHRISTIAN CARL SCHINDLER - 1710
SFERA ARMILLARE TOLEMAICA
COLLEZIONE RUDOLF SCHMIDT
Stupendi erano gli esemplari olandesi del ’600, l’epoca d’oro dei globi, quando erano considerati una vera e propria opera d’arte che ornavano palazzi e regge.
Particolari erano i globi islamici, con segnate solo le costellazioni, le stelle e Gerusalemme.
E ancora le sfere armillari, dette anche astrolabio sferico, che cambiano  in funzione della concezione astronomica in base alla quale sono costruite.
Sfere armillari geocentriche sono quelle con la Terra ferma al centro e il Sole e i pianeti che le girano intorno, secondo la concezione tolemaica.
Quelle eliocentriche, con la Terra e i pianeti che girano intorno al Sole, sono quelle che invece seguivano la concezione copernicana.