ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE 1540 ca. - ADORAZIONE DEI MAGI MILANO, PINACOTECA AMBROSIANA |
Un precursore del manierismo, inteso come sperimentazione di nuovi linguaggi e, nelle dissonanze di colori, proporzioni e prospettive, anche come una critica all’equilibrio formale della tradizione rinascimentale basata sui modelli classici.
Intuizioni quelle dello Schiavone, di cui poi si approprieranno principalmente i due grandi della pittura veneziana del Cinquecento: Tintoretto e Tiziano.
Figlio di uomo d’arme al servizio della Repubblica Veneziana, godette di notevole reputazione sia presso gli artisti suoi contemporanei, sia presso una cerchia di colti committenti e collezionisti.
Iniziò la sua avventura dipingendo cassoni per lo più nuziali, in quell’epoca molto di moda per i corredi delle ricche spose.
Figlio di uomo d’arme al servizio della Repubblica Veneziana, godette di notevole reputazione sia presso gli artisti suoi contemporanei, sia presso una cerchia di colti committenti e collezionisti.
Iniziò la sua avventura dipingendo cassoni per lo più nuziali, in quell’epoca molto di moda per i corredi delle ricche spose.
Fu tra i primi che accolse e sviluppò con grande originalità le novità della cultura figurativa introdotte dalle stampe del Parmigianino, che giravano liberamente sia in Italia sia in Europa.
ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE - 1542 CONVERSIONE DI SAULO VENEZIA, FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA |
Questo dipinto, dallo straordinario dinamismo compositivo, si ispira al cartone di Raffaello per uno degli arazzi della Sistina, cartone presente a Venezia dal 1521 nella casa museo del cardinal Domenico Grimani, straordinario e coltissimo collezionista.
Schiavone ha colto l'attimo fuggente con il cavallo ancora imbizzarrito dal fulgore apparso in cielo, lo stupore dei soldati presenti, Dio che, oltre che con la voce, si manifesta con il corpo che fluttua in una nuvola bianca.
E si capisce da dove arriva l’ispirazione della figura in volo, libera nell'aria, soave e leggera, per il Miracolo dello schiavo che Tintoretto dipinse nel 1548 per la Scuola Grande di San Marco, e per tutti coloro che vennero dopo.
Nella Conversione di Saulo le figure languide e graziosamente allungate, la libertà del trattamento e la morbidezza delle superfici rimangono specificatamente veneziane, anche se Andrea tende a disegnare direttamente con il pennello, senza usare disegni preparatori, e a modellare sia con le linee ritmiche sia con la luce e le ombre.
In Dianae Callisto del 1550 circa, le anatomie delle figure si conformano a un ideale astratto di umana bellezza e ai ritmi corsivi della composizione a fregio, mentre le leggiadre figure vestite solo di panneggi fluttuanti, così belle ed eteree, sembrano fatte di aria, sono morbide e sensuali, specialmente quelle a destra che paiono danzare soavemente nel nulla in un impasto di corpi incredibile e che provoca emozioni e sogni di libertà.
Dà l'impressione che sia un quadro dipinto da mani femminili, per la delicatezza che suscita, ma nellostesso tempo però il colore è applicato con un respiro e un’energia tutta maschile che lascia spessi grumi e increspature di impasto pittorico.
Un nuovo modo di trattare il colore che non aveva precedenti neanche nell’opera di Tiziano, che tenderà a dipingere in maniera impressionista solo qualche anno dopo, fino ad arrivare nelle ultime opere a stendere il colore addirittura con le dita, senza quasi neanche più l’uso del pennello.
Nell'Annunciazione del 1555 circa, dipinta come un paio di ante di organo per la chiesa di san Pietro a Belluno, la grazia dell’angelo in volo è evocata dai vortici curvilinei delle pennellate, mentre il paesaggio al tramonto, e perfino la camera da letto della Vergine, iniziano a dissolversi in un alone scintillante di colore franto di luce.
ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE 1550 - MATRIMONIO TRA CUPIDO E PSICHE NEW YORK, METROPOLITAN MUSEUM OF ART |
Colore vibrante, luci e ombre sapientemente dosate e una fenomenale tecnica abbozzata di getto con pennellate veloci e sicure, si fondono nel Matrimonio tra Cupido e Psiche, con figure languide, ancora e sempre estremamente sensuali, immerse tra le nuvole grigie impalpabili e il cielo di un azzurro scuro e robusto, che danzano nel turbinio di luce che emana dalla pelle e dalla veste chiara di Psiche.
Il dalmata geniale, intelligente e creativo, innovatore nato per dipingere, morì a Venezia nel1563.
Questo articolo è dedicato con simpatia e affetto a
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Madina Toso, Veronica Tuzii, Daniela Ghio,
Pierluisa Casadio e Raffaella Toso
Pierluisa Casadio e Raffaella Toso