venerdì 10 aprile 2015

Andrea Schiavone: il dalmata dall'intuizione geniale

ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE
1540 ca. - ADORAZIONE DEI MAGI
MILANO, PINACOTECA AMBROSIANA
Non è tra i pittori più famosi, ma Andrea Meldolla detto lo Schiavone, nato a Zara nel 1518, era un dalmata che con un’intuizione geniale e fuori dal tempo, stravolse il concetto di rivedere la forma, rendendola non più con il disegno ma con il colore.
Un precursore del manierismo, inteso come sperimentazione di nuovi linguaggi e, nelle dissonanze di colori, proporzioni e prospettive, anche come una critica all’equilibrio formale della tradizione rinascimentale basata sui modelli classici.
Intuizioni quelle dello Schiavone, di cui poi si approprieranno principalmente i due grandi della pittura veneziana del Cinquecento: Tintoretto e Tiziano.
Figlio di uomo d’arme al servizio della Repubblica Veneziana, godette di notevole reputazione sia presso gli artisti suoi contemporanei, sia presso una cerchia di colti committenti e collezionisti. 

Iniziò la sua avventura dipingendo cassoni per lo più nuziali, in quell’epoca molto di moda per i corredi delle ricche spose.
Fu tra i primi che accolse e  sviluppò con grande originalità le novità della cultura figurativa introdotte dalle stampe del Parmigianino, che giravano liberamente sia in Italia sia in Europa.
ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE - 1542
CONVERSIONE DI SAULO
VENEZIA, FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
L’influsso di quelle elegantissime figure allungate e morbide si coglie nell’Adorazione dei Magi del 1540 circa e soprattutto nella Conversione di Saulo del 1542.
Questo dipinto, dallo straordinario dinamismo compositivo, si ispira al cartone di Raffaello per uno degli arazzi della Sistina, cartone presente a Venezia dal 1521 nella casa museo del cardinal Domenico Grimani, straordinario e coltissimo collezionista.
Schiavone ha colto l'attimo fuggente con il cavallo ancora imbizzarrito dal fulgore apparso in cielo, lo stupore dei soldati presenti, Dio che, oltre che con la voce, si manifesta con il corpo che fluttua in una nuvola bianca.
JACOPO ROBUSTI detto TINTORETTO - 1548
IL MIRACOLO DELLO SCHIAVO
VENEZIA, GALLERIE DELL'ACCADEMIA
E si capisce da dove arriva l’ispirazione della figura in volo, libera nell'aria, soave e leggera, per il Miracolo dello schiavo che Tintoretto dipinse nel 1548 per la Scuola Grande di San Marco, e per tutti coloro che vennero dopo.
Nella Conversione di Saulo le figure languide e graziosamente allungate, la libertà del trattamento e la morbidezza delle superfici rimangono specificatamente veneziane, anche se Andrea tende a disegnare direttamente con il pennello, senza usare disegni preparatori,  e a modellare sia con le linee ritmiche sia con la luce e le ombre.
ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE - 1550 - DIANA E CALLISTO
AMIENS, MUSEE DE PICARDIE
In Dianae Callisto del 1550  circa, le anatomie delle figure si conformano a un ideale astratto di umana bellezza e ai ritmi corsivi della composizione a fregio, mentre le leggiadre figure vestite solo di panneggi fluttuanti, così belle ed eteree, sembrano fatte di aria, sono morbide e sensuali, specialmente quelle a destra che paiono danzare soavemente nel nulla in un impasto di corpi incredibile e che provoca emozioni e sogni di libertà.
Dà l'impressione che sia un quadro dipinto da mani femminili, per la delicatezza che suscita, ma nellostesso tempo però il colore è applicato con  un respiro e un’energia tutta maschile che lascia spessi grumi e increspature di impasto pittorico.
ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE - 1555
ANNUNCIAZIONE
BELLUNO, CHIESA DI SAN PIETRO
Un nuovo modo di trattare il colore che non aveva precedenti neanche nell’opera di Tiziano, che tenderà a dipingere in maniera impressionista solo qualche anno dopo, fino ad arrivare nelle ultime opere a stendere il colore addirittura con le dita, senza quasi neanche più l’uso del pennello.
Nell'Annunciazione del 1555 circa, dipinta come un paio di ante di organo  per la chiesa di san Pietro a Belluno, la grazia dell’angelo in volo è evocata dai vortici curvilinei delle pennellate, mentre il paesaggio al tramonto, e perfino la camera da letto della Vergine, iniziano a dissolversi in un alone scintillante di colore franto di luce.
ANDREA MELDOLLA detto LO SCHIAVONE
1550 - MATRIMONIO TRA CUPIDO E PSICHE
NEW YORK, METROPOLITAN MUSEUM OF ART
Colore vibrante, luci e ombre sapientemente dosate e una fenomenale tecnica abbozzata di getto con pennellate veloci e sicure, si fondono nel Matrimonio tra  Cupido e Psiche, con figure languide, ancora e sempre  estremamente sensuali, immerse tra le nuvole grigie impalpabili e il cielo di un azzurro scuro e robusto, che danzano nel turbinio di luce che emana dalla pelle e dalla veste chiara di Psiche.
Il dalmata geniale, intelligente e creativo, innovatore nato per dipingere, morì a Venezia nel1563.





Questo articolo è dedicato con simpatia e affetto a
Madina Toso, Veronica Tuzii, Daniela Ghio,
Pierluisa Casadio e Raffaella Toso

martedì 7 aprile 2015

Vanessa Bell: un'artista, non solo la sorella di Virginia Wolf

VANESSA STEPHEN BELL
Una donna libera, intelligente, anticonformista, creativa e piena di fantasia, fulcro pulsante di un'enclave di intellettuali, per di più bella e affascinante.
Questa era Vanessa Stephen, nata a Londra il 28  maggio del 1879, in una strana famiglia segnata da lutti e strani comportamenti.
Lei e sua sorella Virginia, che diventerà celebre con il cognome del marito, Woolf,  come lei lo diventerà con il cognome di suo marito, Bell, sanno però quel che vogliono fare nella vita e il padre le lascia fare.
Lui muore e le due ragazze vanno a vivere da sole, lasciandosi alle spalle il peso di quella famiglia così numerosa con una schiera di fratellastri e sorellastre.
Vanessa fu la stella polare di un gruppo di intellettuali e artisti noto come Bloomsbury, definito spiritosamente da Georges Bernard Shaw "coppie in rapporti triangolari che vivono in quadrati" perché tutti erano amanti di tutti, uomini o donne non importava.
Il gruppo ebbe come base la casa delle due sorelle Stephen, il n° 16 di Square Garden, nel quartiere di Bloomsbury appunto.
Anticonformista, ateo e liberale, contro gli eserciti, intollerante verso la monarchia  e le discriminazioni sull'orientamento sessuale, il gruppo avrà un grande peso nell'arte, nella letteratura, nell'economia e anche nel femminismo.
VANESSA BELL -  ICELAND POPPIES - 1908
COLLEZIONE  PRIVATA
Già, l'arte.
Per Vanessa, fu la salvezza spirituale della sua vita, facendo del colore il principio dominante delle proprie composizioni.
Delicate armonie di bianco e di nero pervadono i suoi primi lavori, come Iceland puppies, e sull'onda della prima mostra post-impressionista, Vanessa cominciò a impiegare un colore non naturalistico, con minime concessioni al modello e al dettaglio rappresentato.

VANESSA BELL - 1912
VIRGINIA WOOLF AD ASHENAM
LONDRA, NATIONAL PORTRAIT GALLERY


In  Virginia Woolf ad Ashenam, colse sì la somiglianza della sorella, ma incentrò il quadro sui contrasti di tonalità, tra l'arancione acceso della poltrona e i tenui grigi e blu  degli abiti di Virginia e dello sfondo.
Se dietro all'uso del contorno  liberamente tratteggiato nelle opere eseguite tra il 1910 e il 1912, si intuisce traccia di Van Gogh, fu Matisse a ispirare le più coraggiose combinazioni di colori dei suoi quadri successivi.


VANESSA BELL - 1915
MRS. ST. JOHN HUTCHINSON
LONDRA, TATE GALLERY
Nel ritratto certamente non lusinghiero dell'amante di suo marito, Mrs. St. John Hutchinson, del 1915, il volto roseo della donna è definito da pennellate di giallo e verde, mentre il corpo è incorniciato da entrambi i lati da un motivo di strisce verticali già cubista.
La paura di non riuscire ad eguagliare i migliori pittori, fu una costante della sua vita, passata a dipingere, a curare i figli nati dal matrimonio con Bell e ai suoi amanti, fra cui Roger Fry, un critico, e al padre della sua ultima figlia, Duncan Grant, anch'esso pittore, che, omosessuale, aveva a sua volta un amante, David Garnett.
VANESSA BELL - 1912
JESSIE E FREDERICK ETCHELL CHE DIPINGONO 
LONDRA, TATE GALLERY




Vanessa era una donna curiosa.
Guarda a Picasso, a cui, dopo la guerra, fece visita a Parigi.
E si vede.
Dipinge scene di ambienti domestici, di amici in pose casuali che leggono o dipingono, che testimoniano il suo forte legame con il Bloomsbury, o una serie di ritratti 'senza volto', quasi inquietanti nella loro struggente malinconia fino a giungere a vere e proprie opere cubiste, tra cui varie nature morte.
VANESSA BELL - NATURA MORTA SUL CAMINO
LONDRA, TATE GALLERY

L'arte di Vanessa, attraverso il Workshop Omega dell'amante Fry, esce quasi per magia dalle tele dei quadri per abbracciare tutto il quotidiano, dalle tazze per la colazione mattutina ai vasi per i fiori, dalle stoffe per rivestire i divani alle copertine e alle illustrazioni per i libri della sorella.
Vanessa morì il 7 aprile del 1961 per un tumore al seno, dopo un'esistenza passata in mezzo non solo all'arte ma anche al turbine della gelosia della sorella - che però la ritrasse in alcuni suoi romanzi - alla paura del mondo, alla depressione, all'amore sconfinato per i suoi figli.
Di lei rimane la luce di una creatura sfuggente, pioniera dell'arte contemporanea inglese, che ha fatto della sperimentazione totale una modernissima visione di vita.


giovedì 2 aprile 2015

Buona Pasqua!

JACOPO ROBUSTI detto TINTORETTO
RESURREZIONE DI CRISTO - 1559/1571
VENEZIA, SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO
Cari lettori,
ho deciso di prendere qualche giorno di riposo, penso meritato.
Ci rivedremo dopo le feste, con altri articoli e qualche novità.
Vi auguro una Pasqua serena e felice.
Alessandra