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giovedì 11 settembre 2014

Ingres e l'amore per la moda femminile

DOMINIQUE INGRES
PRINCESSE DE BROGLIE
Dominique Ingres, il maggiore pittore neo classico, amava Raffaello più di ogni altro pittore, perchè  per lui era il faro da seguire ma nei dipinti di storia, i dipinti classici per eccellenza, non eccelleva poi un granché.
Avrebbe forse dovuto fare il couturier, se avesse avuto un’altra vita a disposizione, perché la sua sensibilità era frusciante come la seta, morbida come il velluto e ricca come un damasco.
Avrebbe avuto un successo straordinario, pari a quello avuto come pittore, vivendo in due città come Parigi e Roma che in quel periodo, la prima metà dell’Ottocento, vivevano di bellezza, di moda e di seduzione nei salotti buoni, all’opera, a teatro e nei locali alla moda.
DOMINIQUE INGRES
BARONESSA DE ROTSCHILD
Si racconta che fosse insopportabile con le signore, tutte ricchissime o nobili, che decidevano di farsi effigiare da lui.
Si sa di infinite lettere con discussioni se mettere o no le rose o il velo nei capelli, su quali gioielli indossare, se tenere a fianco la figlioletta, che non ne voleva ovviamente sapere di stare immobile per ore, fino a levarla di mezzo e ritrarre alla fine solo la madre.
Perfino Baudelaire se ne era accorto: “Ingres adora il colore come un mercante di moda”.
Ingres amava la moda femminile, non solo il colore.
Quindi amava anche gli accessori: ventagli vezzosi tenuti in mano con garbo o scialli gettati con nonchalance sui cuscini che avvolge la figura e crea un ambiente ancor più sofisticato.
  
DOMINIQUE INGRES
MADAME DE SENNONES
Adorava, evidentemente, anche i pizzi, simbolo di sensualità per la loro trasparenza che faceva intuire ma non vedere le forme magari abbondanti delle signore.
E li amava perché li rendeva perfetti in ogni loro dettaglio, come avrebbe fatto un pittore fiammingo in una di quelle nature morte che parevano vere.
Adorava i panneggi ed era straordinariamente abile nel rendere i riflessi del taffetà, al punto che si riesce, guardando attentamente, a percepire il leggero crepitio che fa quando lo si tocca. 
Rendeva al meglio la consistenza del velluto, la sua morbidezza così pesante ma elegante tanto che sembra di sentire le sue parole quando diceva che bisogna “fare della pittura scultorea”.
E anche se le pose sono tutte ugualmente languide, le signore tutte sedute che guardano verso destra, che quasi mai sorridono, che pare addirittura che si somiglino, i ritratti femminili di Ingres hanno ognuno un carattere differente proprio per le stoffe scelte, come neanche il migliore dei costumisti o scenografi della Hollywood dei tempi d’oro avrebbe saputo fare.
E le signore ringraziano.