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martedì 24 febbraio 2015

Francesco Paolo Michetti: la fotografia in aiuto della pittura

FRANCESCO PAOLO MICHETTI
AUTORITRATTO - 1888
Doveva tenerci davvero tanto Francesco Paolo Michetti, nato a Tocco da Casauria in Abruzzo nel 1851, a questo suo autoritratto.
E’ il 1888, a Roma, solo, senza la sua famiglia, e, aspettando di ritrarre la regina Margherita e il re Umberto I,  passa il tempo ritraendosi, a mezzo busto, con una sorta di fez nero schiacciato in testa, una camicia bianca a mezzo collo abbottonata, coperta da una giacca marrone che si confonde con lo sfondo.
Occhi neri, barba e baffi ben visibili tendenti al rosso, una posa semi rigida, nessun accenno di sorriso, anzi una velata malinconia.
E arriva la notizia che è diventato padre per la prima volta.
E’ nato infatti Giorgio Aurelio Carmelo.
E’ così felice che, con orgoglio molto paterno, scrive sul quadro la dedica al suo primogenito, che non ha ancora avuto modo di conoscere.
Decide quindi che quel quadro, con l’immagine di un padre che sa già quanto amore darà a questa sua creatura, sarà il regalo per il ventesimo compleanno di Giorgio.  
Un tipo  strano Francesco Paolo, un vero innovatore, precisissimo, sistematico, direi quasi maniacale, innamorato a dismisura della sua terra e della sua famiglia e un artista sui generis, visto che da subito vendette i suoi quadri a prezzi altissimi, senza aspettare fortune postume, come accadde a tanti suoi colleghi.
Ed è proprio della sua particolarità nella gestazione, quasi antropologica direi, dei dipinti che vi voglio parlare.

FRANCESCO PAOLO MICHETTI - LA PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI - 1877
Nel 1877, alle Esposizioni di Belle Arti di Napoli aveva presentato il dipinto La processione del Corpus Domini, un soggetto, che declinato in varie tipologie, lo interesserà fino al 1900.
Per realizzarlo, compie lunghe campagne fotografiche – catalogate meticolosamente nel suo immenso archivio di Francavilla – per fermare sul negativo le innumerevoli tipologie umane, dai contadini agli oranti, dai bambini alle donne, e le loro altrettanto innumerevoli espressioni, dal riso al pianto, dalla gioia alla melanconia. 
FRANCESCO PAOLO MICHETTI - FOTOGRAFIA
BAMBINA ABRUZZESE
Con queste sue ricognizioni fotografiche, riesce ad entrare nel vero sentire dei significati dei riti religiosi, dando spazio anche a quel che di pagano rimaneva da antichissime usanze.
Il suo non era solo un interesse etnografico ma quasi matematico: voleva carpire ogni segreto, sia dei movimenti di massa, sia dei singoli personaggi.
E per arrivare a un risultato perfetto, dopo aver scattato, sviluppato e catalogato le fotografie, da loro ne ricavava dei veri plastici – di cui rimangono testimonianze - scolpendo ogni singola figura, le colline o gli animali, per poi assemblarli, studiarli nuovamente proiettando il tutto per avere un’immagine tridimensionale e quindi passare al lavoro con i colori, prima con infiniti bozzetti e studi per arrivare finalmente alla tela definitiva.
FRANCESCO PAOLO MICHETTI
FOTOGRAFIA
DONNE ALL'USCITA DELLA CHIESA

Un lavoro di intendere la pittura assolutamente innovativo, specialmente per l’aspetto riguardante la cinetica, il movimento dei corpi e il loro andamento, che, se guardato con gli occhi del futuro, appare come una sorta di film, impostato fotogramma per fotogramma, fino a diventare un’unica grande storia.
Con la fotografia “carpiva alla natura più di un segreto”, sosteneva Michetti, tanto che da questa sua ricerca iconica deriva una nuova visione dell’arte e della vita, il che sfociò in una vera e propria svolta nel suo cammino artistico.
FRANCESCO PAOLO MICHETTI
LE SERPI - PARTICOLARE
Una scelta intellettuale che andava nella direzione della fusione delle arti, senza che l’una fosse meno o più importante dell’altra.
Non solo fotografie: innumerevoli sono anche i disegni preparatori, specie dei quadri della serie delle processioni.
Disegni dal tocco veloce e sicuro, dalla pennellata impressionista ravvivati da improvvisi schizzi di bianco, su cui scriveva numeri e simboli che rimandavano all'archivio fotografico non sempre comprensibili con facilità: il numero 20 identificava le processioni, il 16 le fiere, il 23 i modelli, il 136 il cielo, mentre la lettera U definiva il dipinto Le Serpi.

FRANCESCO PAOLO MICHETTI- DISEGNO PREPARATORIO PER LE SERPI
COLLEZIONE PRIVATA
Era il 1900 quando Michetti presentò la grande tela de Gli Storpi all’Esposizione Universale di Parigi.
E' stato anche ipotizzato che, in un primo momento, Michetti finalizzasse la raccolta di tutto quel materiale per illustrare un capitolo de Il trionfo della morte del suo amico fraterno D’Annunzio dedicato per intero al pellegrinaggio degli storpi.
FRANCESCO PAOLO MICHETTI
DISEGNO PREPARATORIO PER GLI STORPI
COLLEZIONE PRIVATA
Il soggetto, di per sé drammatico, non  provoca invece nella lettura che di esso ne dà Michetti, nessuna sensazione di ribrezzo o di fastidio, quasi che la lunga elaborazione lo abbia portato ad una visione contenuta e piuttosto distaccata.
Lavorò anni per progettarle, andando di persona all’omonima processione di Casalbordino, ricavandone schizzi di varia natura, e realizzando un’imponente repertorio fotografico, fermando con lo scatto i momenti più salienti del corteo, dalle soste al desinare.
A Chieti, intanto, era nato il sodalizio con Gabriele D’Annunzio che nel 1889 gli dedicherà Il piacere, e  lì crea il cosiddetto Cenacolo di Francavilla, con un sempre crescente interesse alla fotografia intesa come un’analisi scientifica della realtà.
Nel 1895 la prima edizione della Biennale di Venezia gli aveva conferito un premio di 10.000 lire per La figlia di Jorio, facendo rimanere proprio male Giovanni Boldini, che arrivò solo secondo.
Per l'omonima tragedia di D'Annunzio, Michetti fece anche i costumi e le scenografie.

FRANCESCO PAOLO MICHETTI - LA FIGLIA DI JORIO
PESCARA, PALAZZO DELLA PROVINCIA

L’attenzione che Michetti riservò alla spiritualità del mondo contadino resterà sempre patrimonio etnografico prezioso.
Amava questo mondo lontano in qualche modo dalla civiltà che negli anni in cui visse andò a una velocità prima inimmaginabile, quasi volesse fermare sulle tele quel qualcosa e quei qualcuno che un domani, forse, sarebbero spariti per sempre.


 Questo articolo è dedicato con simpatia a
Barbara Silvestri e Francesco Atticciati
 
Per chi volesse visitare i luoghi abruzzesi così cari a Michetti, consiglio questo sito:http://www.easyholidays.it/salinello-tortoreto/