martedì 6 settembre 2016

Piero della Francesca, genio colto e limpido

Piero della Francesca - Autoritratto
Arezzo, chiesa di San Francesco - 1466
Affreschi Storie della  croce 
Il più importante, geniale, colto e creativo artista del Quattrocento italiano nacque a Sansepolcro il 12 settembre presumibilmente nel 1416, dal calzolaio e conciapelli Benedetto de’ Franceschi e dalla nobildonna Romagna di Perino da Monterchi,  ma già ai suoi tempi era denominato ‘della Francesca’.
Nel 1439 lavora  a Firenze con Domenico Veneziano e tre anni dopo la sua presenza è documentata nel borgo natio, dove risedette fino alla morte, pur assentandosi ripetutamente per brevi o meno brevi soggiorni di lavoro a Rimini, Urbino, Ferrara, Roma e soprattutto ad Arezzo, dove tornò spesso, dal 1452 al 1466, per attendere all’incredibile, magnifico e maestoso ciclo di affreschi nel coro della chiesa di San Francesco con Le storie della Croce, in cui prevalgono il respiro spaziale ben scandito e la teoria delle proporzioni.

Piero della Francesca
Madonna della Misericordia - 1464
Sansepolcro, Museo civico

 


L’ambiente fiorentino determina la sua personalità, attraendolo con la fiabesca cromia degli ultimi gotici, con la gentile e stupefatta illuminazione del Beato Angelico e con la nuova scienza prospettica propugnata da Filippo Brunelleschi e resa sostanza pittorica vitale da Masaccio.
Questi impulsi trovano in Piero immediata fusione, che lui esprime subito con singolare sicurezza.
Il suo è un mondo nel quale ogni immagine si inserisce nello spazio secondo il calcolo più rigoroso, come nel Battesimo di Cristo, San Sigismondo e il Malatesta, la Flagellazione di Cristo, la Madonna della Misericordia.
Con il concorso della luce fissa persone e paesi in un estatico, imperturbabile nitore apparentemente senza emozioni, come nel Sogno di Costantino, nella Madonna del parto e nella Madonna di Senigallia.
Piero della Francesca
Il sogno di Costantino
Arezzo, Basilica di San Francesco
Negli anni sessanta consolidò il rapporto con i duchi di Urbino per cui realizzò i celeberrimi Ritratto di Battista Sforza e il  Ritratto di Federico di Montefeltro, conservati a Firenze alla Galleria degli Uffizi, la Natività, ora a Londra alla National Gallery, ma soprattutto la Pala Montefeltro, ora alla Pinacoteca di Brera a Milano, divenuta a giusta ragione il dipinto simbolo della pittura italiana quattrocentesca.
Gli ultimi anni della sua vita furono resi amari dalla perdita della vista, che lo costrinse a dedicarsi esclusivamente alla stesura di importanti trattati di pittura e matematica, come il De prospectiva pingendi sulla teoria della prospettiva per l’uso in pittura, il Trattato de abaco, di aritmetica e il Libellus de quinque corporibus regularibus sulla geometria solida.
Piero della Francesca
Pala Montefeltro - 1472
Milano, Pinacoteca di Brera
Piero muore a Sansepolcro il 12 ottobre 1492, il giorno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, e lì fu sepolto nella cappella di San Leonardo nella Basilica di San Giovanni Evangelista, ossia la cattedrale cittadina come aveva lui stesso lasciato scritto nel testamento, dove, non essendosi mai sposato e non avendo avuto figli, lasciava i suoi averi ai fratelli.
L’enorme eredità che invece Piero ha lasciato nella pittura è stata la limpida chiarezza dell’uso delle regole geometriche su cui si basa la prospettiva, che applicò con assoluto rigore e toccante poesia.

sabato 21 maggio 2016

Addio Marco

 

E ora chi farà lo sciopero della fame e della sete per noi, chi si imbavaglierà per denunciare le mancate libertà di tutti noi se l'unico paladino dei diritti civili non c'è più?
Vorrei scrivere su Pannella, lo hanno fatto in tanti in questi giorni, ma questo è un sito di storia dell'arte e quindi non lo farò.
Solo qualche parola: la cultura non è solo studiare,  conoscere la storia, la filosofia, la letteratura o l'arte, prendere una o due lauree o saper parlare forbito.
Cultura è anche avere coscienza di essere cittadini, di fare parte di un popolo e volerlo migliorare, anche se costa fatica, anche se farlo ti mina la salute, anche se ti prendono per matto.
Lui lo ha fatto.
E sarebbe cosa intelligente se lo facessimo tutti.
Parola di idealista.

mercoledì 11 maggio 2016

Spezie: un mondo colorato di profumi

Non è proprio la mia materia ma mi sono divertita a scriverlo e, come sempre accade quando si affronta un nuovo argomento, ho imparato tantissime cose, perché, in fondo, gli esami non finiscono mai.
E' un viaggio nella storia delle spezie, vale a dire in quel mondo dal profumo inebriante, dalle mille sfumature, coloratissimo, intrigante, misterioso, che rimanda a terre lontane e bazar orientali.
Un libro per conoscere meglio alcune delle spezie più usate, dal peperoncino allo zafferano, e per scovare gli usi meno noti di questo straordinario dono della natura, dalle proprietà medicinali ai rimedi di bellezza per finire con qualche sfiziosissima ricetta, vegetariana e non, per esaltare il sapore di cibi anche semplici con la complicità di bacche, fiori, semi e radici.
Lo ha pubblicato la mia casa editrice trevigiana con la quale collaboro felicemente da parecchi anni e lo trovate a 5,80 euro sul sito www.editorialeprogramma.it